Una storiella, tanto per tediarvi un pò:
C’era una volta un grande e bellissimo arcipelago. Era così bello che la gente accorreva anche dai paesi più lontani per visitare le isole una ad una, e questo era molto facile perché erano collegate tra loro da ponti ben saldi e sicuri….
Gli indigeni era gente tranquilla che si accontentava  di poco, di quel poco che le isole potevano offrire loro. Ogni giorno  tra i ponti c’era un viavai di persone che andavano nelle altre isole  per lavoro, per piacere, per trovare una persona cara e nessuno doveva  pagare alcun dazio per passare attraverso i ponti. Un giorno però i  sismografi di una delle isole registrarono una lieve scossa sismica, ma  dato che si trattava di poca cosa, gli abitanti non si preoccuparono  minimamente e la vita continuò tranquilla come sempre.
Qualche tempo  più tardi nell’isola vicina si verificò un altro movimento tellurico e,  questa volta, ci fu un piccolo spostamento delle isole. I tg ne  parlarono per tutto il fine settimana, ma quando albeggiò il lunedì fu  come se la cosa non fosse mai accaduta: la gente continuò a spostarsi  avanti e indietro per le isole senza preoccuparsi delle conseguenze  causate dai terremoti.
Giorno dopo giorno quei ponti ben saldi e  sicuri iniziarono a scricchiolare sotto il peso di numerosi passi,  finché crollarono rovinosamente.
Fu una grande sventura: gli abitanti  di tutte le isole piansero i loro cari dispersi  nella tragedia e per  parecchi giorni si rinchiusero in un silenzioso dolore. Quando il dolore  divenne rassegnazione, tra gli indigeni delle vicine isole si creò una  barriera di astio: ogni popolazione incolpò l’altra per l’accaduto e  nessuno pensò a ricostruire nuovi ponti. Ognuno era intrappolato nella  sua convinzione.
Così l’arcipelago delle Isole Felici si trasformò in  una prigione per tutti gli abitanti. Non c’era nessuno disposto a  distogliere lo sguardo dai vecchi ponti, ormai distrutti, per farsi  avanti e cercare nuovo materiale.
Le isole rimasero sempre e solo  isole isolate e sole e ad ognuno di loro mancò qualcosa che nell’isola  vicina abbondava e che avrebbe quindi potuto facilmente avere.
Flavia